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5 min

Almanacco di Sopravvivenza Picara

600 PB | Troncomorto, Segaiola

Estratto dagli scritti del Baronetto di Troncomorto Nunzio e dai saggi consigli del suo Gran Cavaliere Marzio

PROVE TECNICHE

“ - Ma scusa sta già scrivendo quel coso?!

- A parte che “coso” è abbastanza offensivo e comunque si, sta scrivendo

- Ma io non voglio ci sia questa roba all’inizio delle mie gloriose memorie

- Ne abbiamo già parlato, Nunzio, non sono memorie e Il Figlio mi bruci se sono gloriose

- Si sì va bene senti ora dico “Taglio” così sappiamo dove tagliare.TAGLIO!

- Ottimo bravo Nunzio!

- …. TAGLIO! ”

CONSIGLIO PRIMO: TROVARSI UN AMICO

Nacqui destinato alla grandezza, solo ancora non ve n’ero venuto a conoscenza.

Già da giovine Segaiola mi stava stretta.

Troppi invidiosi incapaci di riconoscere le mie doti da cacciatore, troppo stolti perfino per capire quale fosse la mia preda.

 

La prima regola che ti darò, o picaro, è la seguente:

Sii sempre affamato, ma soprattutto, non mangiare da solo.

 

E a tal proposito, dopo non poche peripezie, trovai, per mia enorme fortuna, Marzio.

Marzio, cacciatore le cui abilità facevano impallidire le mie

Marzio, più prezioso delle petecchie stesse.

Lo trovai fiacco e senza un occhio ma, magnanimo e lungimirante, mi riproposi di fargli ritrovare nella caccia la sua ragione di vita. 

Partimmo così verso Nord.

CONSIGLIO SECONDO: FARSI UN NOME

Giungemmo a Troncomorto che puzzava, ma dove gli stolti vedevano una cloaca, io sentivo lo dolce tanfo di opportunità.

Di lì l’intuizione: questi villani dovevano vedermi come IO mi vedevo.

 

Rivestitomi a specchio delle mie aspettative, arriviamo a piè pari alla seconda fondamentale regola:

Non importa chi sei, ma conta unicamente chi vuoi essere. 

 

Forte de lo mio nobile aspetto, riuscì senza troppo impegno ad entrare nelle grazie de lo Mastro Di Chiavi locale, che Il Figlio lo abbia in gloria.

Per sua gentile concessione divenni Terzista, un titolo fin troppo umile per un uomo della mia taratura, ma da qualche parte bisogna pur incominciare.

 

La fama che lo mio nome si portava dietro ci condusse su dritti e spediti per la scala sociale, ma con altrettanta velocità ci rese obbiettivi prelibati per li più vili malviventi che vagavano ne lo confino con Pisco.

Tanto bastò per finir presto preda di una losca imboscata, che per malasorte de li nostri aggressori e grazie alla mia sagace guida e alla creativo e preciso caccino de lo mio fedele compagno, finì per essere un successo schiacciante a nostro solo beneficio.

Marzio venne di fatti nominato birro e io entrai, con pieno diritto che il mio stesso destino mi aveva conferito, nell’Alto Consiglio Cittadino. 

Fù lì conobbi la mia amata gallinella e, contestualmente a codesta visione di rara bellezza, lo suo nobile compagno di vita, il magnanimo Gigio Della Scaglia, che Il Figlio abbia in gloria pure lui.

Trascinato da lo carisma di codesto impavido Baronetto, decisi che fosse lo mio compito riscuotere co lo sangue il debito che la vicina cittadina, egida della putrida Gora, aveva contratto con cotale infame attacco.

La brigata tirata sù per la giustificata vendetta si mosse celermente e con cautela, ma con mia somma sorpresa, nel corso di eventi assai confusi, confusionari e spiacevoli, il Castello di Pisco esplose, bruciando per giorni.

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